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Il titolo della settimana

 

E.N.I.

a cura di: Mario Salvia 

 

Questa settimana cercheremo di valutare quale sia la situazione "chartistica" di ENI, il principale titolo petrolifero del ns. listino.

ENI, oltre che per le sue "performance" recenti, in parte legate al prezzo del petrolio, in parte dall'essere recepito dal mercato come un titolo difensivo, ha ultimamente meritato la prima pagina dei giornali specializzati, per essere riuscito, in un momento in cui il mercato ha dimostrato d'essere poco disposto a comprare, a vendere a compratori istituzionali il 5% del suo capitale ad un prezzo di 6,8 euros. Mi sono chiesto, per curiosità, se poteva essere un buon prezzo, e per chi?

Naturalmente le mie valutazioni prescindono dalle opportunità che possono essere politiche, strategiche, o finalizzate al profitto anche nel lungo periodo; anzi, si può dire che queste ragioni hanno avuto un peso preponderante nella compravendita. Alla fin fine, entro i "miei" tempi (2-4 mesi) chi avrà fatto l'affare? 'Business is business'.

Dicevo all'inizio che bisognava valutare la situazione; bene, osserviamola sul primo grafico:

 

Questa è quella che io chiamo una situazione “critica”.

Anche se non lo avessi evidenziato, avreste tutti notato il grosso Doppio Massimo che ci guarda dall’alto. Novembre 2000 – Febbraio 2001 la quota è 7,3.

Dall’ultimo massimo la discesa è stata piuttosto violenta (-8% negli ultimi 5gg) ed improvvisamente ci troviamo a testare un livello di prezzo assolutamente decisivo: 6,7 euro.

Ora vediamo perché ritengo questo livello tanto importante.

Innanzitutto si tratta di una forte ex-resistenza statica, che dopo essere stata testata più volte, al suo superamento definitivo a Novembre ha portato il primo massimo assoluto a quota 7,31. In secondo luogo, ma non certo per importanza, è attualmente la quota del supporto dinamico che sostiene il trend rialzista fin dal Gennaio del 2000, e che attualmente è fortemente attaccata. Certo, é anche il punto di passaggio attuale della Media Mobile a 55 giorni, ma sulle MM vale la pena fare un breve discorsetto.

E’ assai probabile, osservando il grafico, che la perdita di quota 3,7, porti le MM, appunto, ad una dead cross, cioè una situazione grafica in cui le MM, dalle più brevi alle più lunghe, attraversando verso il basso ognuna le altre, finiscono per creare una situazione opposta e simmetrica, in cui le più brevi sono in basso e le lunghe in alto, proprio il contrario di prima. Una situazione grafica il cui nome dice tutto circa le possibili implicazioni. Di sicuro, non siamo ancora a questo punto. La “dead cross” non si è verificata, il supporto tiene.

Voglio solo rimarcare la “pesantezza” del supporto, sicuro come sono che dal mantenimento o meno di questa quota, a breve, dipenderà l’avvio di un movimento impulsivo, in una direzione o nell’altra. Perché in fondo, non si scappa: o alla fine si superano i 7,3 euros o il target potrebbe essere intorno a 5,8/5,5 euros, in giù.

Per ciò che concerne gli oscillatori, oggi ne ho voluto proporre un po’ di più, ripartiti tra i due grafici: la lettura di quelli del primo (RSI a 14gg con MM 10, MACD a 12, DMI a 14gg) lascia poco spazio alla fantasia, le divergenze negative in occasione del secondo massimo sono assai evidenti. Trattandosi poi d’oscillatori diversissimi tra loro, ma con in comune la buona funzionalità nel segnalare o seguire un trend definito, cercando di “pesarne” la forza in termini matematici, trovo importante che la divergenza sia coincidente.

Il calcolo dei volumi non aiuta certo: bassi, inadeguati. Non indicano certo una flessione volumetricamente significativa, ma sono al contempo “inquietanti”, non essendo certo questi i volumi che segneranno la fine di questa “correzione”.

Passiamo al secondo grafico:

 

Volevate sapere di quanto attualmente abbiamo ritracciato dal minimo di Dicembre al massimo di Febbraio, ecco: il 50% ed il valore corrispondente è, guardate un po’, il nostro solito 6,7!! A questo punto mi sembra di aver chiarito il motivo per cui ritengo tanto importante questo livello di prezzo.

Secondo la pattern recognition, di cui abbiamo recentemente parlato a proposito di ENEL, la scorsa settimana, è ben individuabile, segnalato in verde sul grafico, la formazione di un triangolo discendente, che potrebbe assumere valenze negative se fosse perforato nel suo cateto ascendente.

Non sempre i triangoli (anzi, i vari tipi di triangolo) rispettano le loro attese di figure di “continuazione”, in alcuni casi, possono rappresentare figure di “distribuzione”, la cui rottura può invertire il trend.

Se vi sembra che stia dipingendo un quadro troppo nero, ricordate che stiamo parlando di avvenimenti ancora da realizzarsi. Ma il mio scopo deve essere quello di rappresentare lo scenario che, a mio parere è maggiormente prossimo a realizzarsi, in modo da non far cogliere nessuno impreparato. D’altronde, è vero anche l’opposto. Se Eni riuscisse a recuperare almeno 7 euro, probabilmente lo scenario cambierebbe in senso più favorevole al titolo, ed aggiungo che in caso di nuovi massimi, smentendo il doppio minimo, le proiezioni lo porterebbero in brevissimo tempo ad 8 euros. Ma oggi siamo a 6,7, ed é di questo che io debbo parlare.

Per quanto riguarda gli oscillatori del secondo grafico, sia l’ADX che il Chande Trendscore sono indicatori della presenza e forza di un trend, e sono negativi. Anche un indicatore di momentum come il ROC, indica un forte ripiegamento.

Per finire: da un punto di vista operativo, la quota attuale può rappresentare sia un’ottima occasione d’acquisto che potrebbe essere sfruttata con uno stop molto stretto sui 6,56/7 che rappresenta una resistenza intermedia, sia un’eccezionale occasione di uscita, nel caso che la quota di 6,7 euros fosse ceduta in chiusura.

Spero che per molti questo significhi mettere uno stop-profit, dato che il titolo (specie in queste tempeste) ha corso molto.

Infine, chi crede talmente nel titolo da immaginare una bear-trap, consiglio di mantenere le posizioni fino a 6,55/60 che oltre alla resistenza statica, ha il vantaggio di essere la quota massima di ritracciamento per Fibonacci: il 61.8%; ma non oltre.

Per non generare confusioni, ricordo per ultimo che le mie indicazioni si riferiscono ad un orizzonte temporale che raramente supera i 3 mesi, infatti ho in “aggiornamento” i reports più vecchi da me prodotti, come ACEA, che presto rivedrete tra i “Titoli della Settimana” con una nuova data. D’altronde dubito che un cassettista di lungo termine stia lì a seguire tutti i reports sui titoli, al massimo ne seguirà, di tanto in tanto, i prezzi sul giornale.

 

Ai miei lettori, ben più impegnati, i migliori saluti e auguri di buon trading, a presto

 

m.s. - 25/02/2001

 

 
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